Oggi ritorniamo a scrivere della ILM nell'ambito di Cinema ed Effetti Speciali con una vera manna per i grandi appassionati di cinema: abbiamo il piacere di mostrarvi una bellissima intervista in compagnia della Industrial Light & Magic.
Tra gli intervistati c'è il geniale John Knoll, tra le altre cose creatore nel 1987 di Photoshop!
Vi alleghiamo inoltre numerose immagini ad ALTISSIMA RISOLUZIONE: CLICCATE SULLE FOTO per scaricarle a grandezza reale.
PIRATES OF THE CARIBBEAN: AT WORLD’S END
Lucasfilm Entertainment Company, Ltd./Industrial Light & Magic
Chi avrebbe pensato che un volo di un’ora da Los Angelese a San Francisco avrebbe dato vita ad avventure d’alto mare, con tanto di pirati, mostri oceanici?
Per il pluripremiato team del Lucasfilm Entertainemnt Ltd/Industrial Light & Magic, si trattava di un lavoro come un altro. Ed eccoli spargere la loro polvere magica su Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo, l’ultimo episodio della saga, posizionandola come IL film d’azione più cinematografico dell’estate.
Responsabile di quasi quattro decadi di stregoneria cinematografica, la Lucasfilm Entertainment, Ltd./Industrial Light & Magic ha dato vita a molti dei film più inoconografici del mondo.
E.T. alla fine è tornato a casa, e Indiana Jones è sopravvissuto a molte trappole mortali con l’aiuto del loro buon senso negli effetti speciali – per non menzionare lo Jedi e le creature dello spazio che si sono conquistate il loro posto nella storia della cinematografia.
Comunemente noto come ILM, il campus di San Francisco ostenta una artistica struttura per gli effetti e un gruppo impareggiabile di professionisti nella creatività – provenienti da più di 18 paesi diversi – le cui esperienza e innovazioni tecniche hanno reso Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo uno dei film più attesi di tutti i tempi.
“La parte veramente divertente è che è stato completamente diverso da tutto quello cu cui ho lavorato fino ad oggi“ – ha commentato John Knoll, Supervisore degli Effetti Visivi del franchise Pirati dei Caraibi, in occasione di una presentazione ai media alla fine di Aprile presso la splendida struttura dell’ILM. Guardando indietro al secondo episodio, Knoll – il quale, con suo fratello, ha creato nel 1987 la ben nota applicazione per il computer Photoshop – era particolarmente orgoglioso degli effetti che permettevano ai personaggi di trasformarsi in scheletri in alcuni momenti del film.
“Semplicemente, mi innamorai dell’idea che i personaggi divenissero scheletri alla luce della luna e delle sfide che avrei affrontato per renderlo possibile”. Ha spiegato poi, “L’unico modo era quello di girare questa scena come qualsiasi altra sequenza di azione dal vivo: ripredenderla con i personaggi e poi prendere un piatto pulito per aiutare a dipingere il personaggio con gli effetti visivi; il resto è una sorta di sovrapposizione, cercando di far combaciare le performances il più possibile”.
“Sono state molte le cose buone uscite da questa procedura, cipè semplicemente girando sul set come tutte le altre azioni dal vivo. Il vantaggio che il regista è stato in grado di lavorare con gli attori nello stesso modo in cui era solito, e che gli attori hanno potuto interpretare le loro parti al modo in cui erano soliti. Il direttore della fotografia ha avuto qualcuno da illuminare, proprio come fa di solito. L’operatore ha avuto qualcuno da inquadrare, e il montatore una scena da tagliare. Tutte queste cose insieme producono l’esatta stessa energia, la stessa vibrazione, del resto del film. Non c’è differenza di stile quando entrano in campo gli effetti visivi - semplicemente avviene”.
Al successo del team degli effetti ha contribuito anche il fatto di essere dalla parte della produzione, secondo Knoll. “Io ho una filosofia che cerco di mettere in pratica per quanto possibile, ovvero che gli effetti visivi non possono controllare il processo di produzione. Non ci deve essere niente che necessiti di molto tempo per essere installato; deve essere qualcosa che semplicemente porti sul set e con cui riprendi. Non ci deve essere nessuna restrizione circa l’illuminazione o sul tipo di condizioni atmosferiche in cui le riprese devono avvenire”.
Quando scorrono i titoli di coda, a maggior ragione, è proprio quella fluidità, quell’apparente assenza di cuciture, che determina se gli effetti erano convincenti o meno. Il Supervisore dell’Animazione, Hal Hickel, che è entrato in azienda nel 1996 come animatore, ha aggiunto, “Anche se un pubblico guarda qualcosa e dice - Che effetti fantastici! - per me quello è una sorta di fallimento. Vorresti in qualche modo che fossero confusi da quello che vedono e non fossero in grado di intuire quando ci sono effetti – il che è veramente anche molto più interessante per il pubblico, oltre che per noi. Questo nei film di Pirati è stato veramente fantastico”.
L’azione in prima linea non è stata l’unico punto focale per Knoll e Hickel, in particolare quando si sono trovati davanti a Pirati dei Caraibi: Ai confine del mondo. L’episodio che lo preceveda, anche se ricco di azione, era più centrato sui personaggi; offriva un’esposizione importante che ha predisposto la scena per l’arrivo del terzo film. Alludendo al fatto che cis arebbe stata ancora più azione e ancora più battaglie navali questa estate, Knoll ha spiegato che gli ambienti per gli effetti speciali e gli scenari avevano anch’essi svolto un ruolo imperativo per l’aspetto del film. Per esempio, Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo ha richiesto una discreta quantità di effetti speciali d’acqua: “Avevamo realizzato effetti d’acqua in precedenza – li avevamo prodotti per La Tempesta perfetta e per Poseidon – ed è sempre veramente molto, molto duro. E’ estremamente difficile. Per farli essere buoni, bisogna lavorare in modo intensivo. Ed è oltretutto costoso realizzarli al computer. Ci vuole un’eternità per renderizzarli, ed occupa molto spazio sull’hardware. Ed è infine molto difficile far ripetere le immagini velocemente” Ha detto Knoll. “Ci siamo trovati di fronte a una bella sfida, perchè dovevamo realizzarli in enormi quantità”. Delle riprese di cui l’ILM è stato responsabile per Pirati dei Caraibi: Ai confini del Mondo, 750 prevedevano effetti speciali.
La strada che porta un film al grande schermo è raramente così semplice come il risultato finale della produzione potrebbe farvi pensare, e queste parole non sono state tanto vere quanto per Pirati dei Caraibi: Ai confine del mondo, della Walt Disney Pictures. La freschezza e l’esperienza tecnica degli effetti dell’ILM si sono combinati con il talento straordinario dei produttori e del cast per creare la più emozionante cavalcata sull’acqua del 2007.
Si ringrazia Way to Blue.
Tra gli intervistati c'è il geniale John Knoll, tra le altre cose creatore nel 1987 di Photoshop!
Vi alleghiamo inoltre numerose immagini ad ALTISSIMA RISOLUZIONE: CLICCATE SULLE FOTO per scaricarle a grandezza reale.
PIRATES OF THE CARIBBEAN: AT WORLD’S END
Lucasfilm Entertainment Company, Ltd./Industrial Light & Magic
Chi avrebbe pensato che un volo di un’ora da Los Angelese a San Francisco avrebbe dato vita ad avventure d’alto mare, con tanto di pirati, mostri oceanici?
Per il pluripremiato team del Lucasfilm Entertainemnt Ltd/Industrial Light & Magic, si trattava di un lavoro come un altro. Ed eccoli spargere la loro polvere magica su Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo, l’ultimo episodio della saga, posizionandola come IL film d’azione più cinematografico dell’estate.
Responsabile di quasi quattro decadi di stregoneria cinematografica, la Lucasfilm Entertainment, Ltd./Industrial Light & Magic ha dato vita a molti dei film più inoconografici del mondo.
E.T. alla fine è tornato a casa, e Indiana Jones è sopravvissuto a molte trappole mortali con l’aiuto del loro buon senso negli effetti speciali – per non menzionare lo Jedi e le creature dello spazio che si sono conquistate il loro posto nella storia della cinematografia.
Comunemente noto come ILM, il campus di San Francisco ostenta una artistica struttura per gli effetti e un gruppo impareggiabile di professionisti nella creatività – provenienti da più di 18 paesi diversi – le cui esperienza e innovazioni tecniche hanno reso Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo uno dei film più attesi di tutti i tempi.
“La parte veramente divertente è che è stato completamente diverso da tutto quello cu cui ho lavorato fino ad oggi“ – ha commentato John Knoll, Supervisore degli Effetti Visivi del franchise Pirati dei Caraibi, in occasione di una presentazione ai media alla fine di Aprile presso la splendida struttura dell’ILM. Guardando indietro al secondo episodio, Knoll – il quale, con suo fratello, ha creato nel 1987 la ben nota applicazione per il computer Photoshop – era particolarmente orgoglioso degli effetti che permettevano ai personaggi di trasformarsi in scheletri in alcuni momenti del film.
“Semplicemente, mi innamorai dell’idea che i personaggi divenissero scheletri alla luce della luna e delle sfide che avrei affrontato per renderlo possibile”. Ha spiegato poi, “L’unico modo era quello di girare questa scena come qualsiasi altra sequenza di azione dal vivo: ripredenderla con i personaggi e poi prendere un piatto pulito per aiutare a dipingere il personaggio con gli effetti visivi; il resto è una sorta di sovrapposizione, cercando di far combaciare le performances il più possibile”.
“Sono state molte le cose buone uscite da questa procedura, cipè semplicemente girando sul set come tutte le altre azioni dal vivo. Il vantaggio che il regista è stato in grado di lavorare con gli attori nello stesso modo in cui era solito, e che gli attori hanno potuto interpretare le loro parti al modo in cui erano soliti. Il direttore della fotografia ha avuto qualcuno da illuminare, proprio come fa di solito. L’operatore ha avuto qualcuno da inquadrare, e il montatore una scena da tagliare. Tutte queste cose insieme producono l’esatta stessa energia, la stessa vibrazione, del resto del film. Non c’è differenza di stile quando entrano in campo gli effetti visivi - semplicemente avviene”.
Al successo del team degli effetti ha contribuito anche il fatto di essere dalla parte della produzione, secondo Knoll. “Io ho una filosofia che cerco di mettere in pratica per quanto possibile, ovvero che gli effetti visivi non possono controllare il processo di produzione. Non ci deve essere niente che necessiti di molto tempo per essere installato; deve essere qualcosa che semplicemente porti sul set e con cui riprendi. Non ci deve essere nessuna restrizione circa l’illuminazione o sul tipo di condizioni atmosferiche in cui le riprese devono avvenire”.
Quando scorrono i titoli di coda, a maggior ragione, è proprio quella fluidità, quell’apparente assenza di cuciture, che determina se gli effetti erano convincenti o meno. Il Supervisore dell’Animazione, Hal Hickel, che è entrato in azienda nel 1996 come animatore, ha aggiunto, “Anche se un pubblico guarda qualcosa e dice - Che effetti fantastici! - per me quello è una sorta di fallimento. Vorresti in qualche modo che fossero confusi da quello che vedono e non fossero in grado di intuire quando ci sono effetti – il che è veramente anche molto più interessante per il pubblico, oltre che per noi. Questo nei film di Pirati è stato veramente fantastico”.
L’azione in prima linea non è stata l’unico punto focale per Knoll e Hickel, in particolare quando si sono trovati davanti a Pirati dei Caraibi: Ai confine del mondo. L’episodio che lo preceveda, anche se ricco di azione, era più centrato sui personaggi; offriva un’esposizione importante che ha predisposto la scena per l’arrivo del terzo film. Alludendo al fatto che cis arebbe stata ancora più azione e ancora più battaglie navali questa estate, Knoll ha spiegato che gli ambienti per gli effetti speciali e gli scenari avevano anch’essi svolto un ruolo imperativo per l’aspetto del film. Per esempio, Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo ha richiesto una discreta quantità di effetti speciali d’acqua: “Avevamo realizzato effetti d’acqua in precedenza – li avevamo prodotti per La Tempesta perfetta e per Poseidon – ed è sempre veramente molto, molto duro. E’ estremamente difficile. Per farli essere buoni, bisogna lavorare in modo intensivo. Ed è oltretutto costoso realizzarli al computer. Ci vuole un’eternità per renderizzarli, ed occupa molto spazio sull’hardware. Ed è infine molto difficile far ripetere le immagini velocemente” Ha detto Knoll. “Ci siamo trovati di fronte a una bella sfida, perchè dovevamo realizzarli in enormi quantità”. Delle riprese di cui l’ILM è stato responsabile per Pirati dei Caraibi: Ai confini del Mondo, 750 prevedevano effetti speciali.
La strada che porta un film al grande schermo è raramente così semplice come il risultato finale della produzione potrebbe farvi pensare, e queste parole non sono state tanto vere quanto per Pirati dei Caraibi: Ai confine del mondo, della Walt Disney Pictures. La freschezza e l’esperienza tecnica degli effetti dell’ILM si sono combinati con il talento straordinario dei produttori e del cast per creare la più emozionante cavalcata sull’acqua del 2007.
Si ringrazia Way to Blue.
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